martedì 30 giugno 2009

Michael Jackson assassinato, Obama bioterrorista?

da http://ambientalismodirazza.blogspot.com


La giornalista austriaca Jane Burgermeister ha denunciato l'Organizzazzione Mondiale della Sanità, case farmaceutiche e adirittura il presidente americano, Barack Obama, di far parte di un piano di vaccinazione di massa contro l'influenza suina che ha come vero scopo la riduzione significativa della popolazione mondiale. Questo sembra essere in collegamento con la morte di Michael Jackson, e qualcuno accusa la CIA di averlo assassinato .


A monte della motivazione che la CIA avrebbe avuto per assassinare Michael Jackson ci sarebbe stato un accordo sottoscritto con il figlio del Re del Bahrein, lo Sceicco Abdullah bin Hamad al-Khalifa lo scorso Novembre a Londra che prevedeva che in cambio di milioni di dollari preventivamente versati a Jackson dallo Sceicco, la pop star avrebbe permesso che il suo tour di concerti "tutti esauriti" nel Regno Unito diventasse una piattaforma per metter in guardia il mondo da un imminente evento di genocidio di massa. Sia Michael Jackson che lo Sceicco Abdullah bin Hamad al-Khalifa sono stati a lungo dei supporter della coraggiosa giornalista investigativa autriaca Jane Burgermeister che sta tentando di metter in guardia il mondo che sta per essere compiuto il più grande crimine contro l'umanità.
Jane Burgmeister ha inoltre recentemente denunciato, presso l'FBI, l'Organizzazzione Mondiale della sanità - OMS (WHO) , le Nazioni Unite - ONU(UN) e molti funzionari governativi di alto rango di di bio-terrorismo criminale e di tentativo di commettere un assassinio di massa. La giornalista ha anche preparato una ingiunzione contro le vaccinazioni forzate che stanno per essere imposte in America. Queste denunce seguono quella che la Burgmeister aveva fatto in aprile contro la Baxter AG e la Avir Green Hills Biotechnology in Austria per aver prodotto un vaccino contaminato contro l'influenza, affermando che questo era un atto deliberato per causare e trarre profitto da una pandemia.
Nelle sue accuse la Burgmeister presenta evidenze di atti di bioterrorismo che sono in violazione delle leggi americane compiuti da un gruppo operante all'interno degli USA sotto la direzione di banchieri internazionali che controllano la Federal Reserve, e che comprende anche l'Organizzazione Mondiale per la Sanità, le Nazioni Unite e la Nato. Questo bioterrorismo avrebbe come scopo quello di compiere un genocidio di massa contro la popolazione degli Stati Uniti attraverso l'utilizzo di un vaccino contro l'influenza geneticamente manipolato, allo scopo di causare la morte. Questo gruppo godrebbe della complicità di uffici governativi di alto livello negli Usa.
Specificamente, le accuse sono rivolte verso Barack Obama, Presidente degli Stati Uniti, David Nabarro, Coordinatore per l'Influenza presso le Nazioni Unite, Margaret Chan, Directore Generale dell'Organizzazione Mondiale per la Sanità, Kathleen Sibelius, Secretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi in America, Janet Napolitano, Secretario del Dipartimento della Sicurezza nazionale, David de Rotschild, banchiere, David Rockefeller, banchiere, George Soros, banchiere, Werner Faymann, Cancelliere Austriaco, Alois Stoger, Ministro della Sanità Austriaco, e molti altri, che farebbero parte di questo gruppo internazionale criminale che avrebbe già sviluppato, prodotto, stoccato ed impiegato armi biologiche per eliminare la popolazione degli Stati Uniti ed altri paesi per vantaggi economici e politici.
La denuncia contesta agli accusati di aver cospirato gli uni con gli altri allo scopo di ideare, finanziare e prendere parte alla fase finale dell'implementazione di un piano segreto bioterroristico internazionale che coinvolgerebbe anche le compagnie farmaceutiche Baxter e Novartis. Ciò sarebbe stato compiuto attraverso la bioingegneria ed il rilascio di agenti biologici letali, specificamente i virus dell'influenza aviaria e di quella suina allo scopo di avere un pretesto per richiedere un programma di vaccinazione obbligatoria di massa che diventerebbe il mezzo per somministrare un agente biologico tossico in grado di causare la morte o la debilitazione dei cittadini degli Stati Uniti. Questa azione è in violazione del Biological Weapons Anti-terrorism Act degli Stati Uniti.
E' interessante notare anche che nel giorno dell'assassinio di Michael Jackson, il Centro Americano per la Prevenzione ed il controllo delle malattia ha diffuso un comunicato che dichiarava che i loro modelli matematici mostravano che 1 milione di americani ha già contratto l'influenza suina e che sono già state istituite delle Aree Contaminate di Emergenza negli Stati Uniti.
Nonostante la consapevolezza che Michael Jackson ha condotto una vita problematica, non può essere sottaciuto che la star ha mostrato un amore reale verso tutta l'umanità, come espresso da lui nel coro dell'inno al genere umano, We are the world.

sabato 20 giugno 2009

Un Referendum antidemocratico

da www.italiadeivalori.it
di Pancho Pardi



Il referendum sulla legge elettorale Calderoli, su cui si voterà il prossimo 21 giugno insieme ai ballottaggi delle elezioni amministrative, è stato proposto da Guzzetta e Segni come unico mezzo per liberarci da una pessima legge elettorale. In realtà se vincerà il Sì il referendum peggiorerà la legge e non ne eliminerà gli aspetti più pericolosi.

La legge Calderoli, detta “la porcata” dal suo stesso autore, attribuisce “alla lista o alla coalizione di liste” che prende più voti un robusto premio di maggioranza calcolato su base nazionale alla Camera e su base regionale al Senato. Con questa legge il centrodestra, che aveva ricevuto circa il 47% dei voti, ha ottenuto il 55% dei seggi: una grossa minoranza ha così avuto il vantaggio di vedersi attribuita la maggioranza in Parlamento. I rapporti tra maggioranza e opposizione sono stati alterati all’origine: nell’attribuzione dei seggi l’opposizione è ridotta in condizione molto più minoritaria di quanto sia in realtà. In sintesi, la legge Calderoli ha prodotto un bipolarismo coatto.

La stessa legge stabilisce il criterio delle liste bloccate: così le direzioni dei partiti possono gestire in piena libertà la scelta delle candidature. Quello attuale è un Parlamento di nominati assai più che di eletti.

Il fenomeno è aggravato dalla possibilità di candidarsi in più collegi. In questo modo chi è eletto in più di un collegio ha la possibilità di optare per quello preferito e quindi di decidere chi sarà il primo dei non eletti a salire negli altri collegi. Pare che almeno un 30% degli eletti sia stato scelto non dai cittadini ma dal collega che ha optato per un collegio diverso.

Solo su questo ultimo punto il referendum Guzzetta-Segni migliora la situazione perché elimina la possibilità delle candidature multiple. Ma non elimina le liste bloccate e quindi consegna ancora una volta alle dirigenze dei partiti il dominio sulla scelta delle candidature. Infine sono molto più gravi le conseguenze del Sì per il quesito principale, articolato in due quesiti separati, uno per la Camera e uno per il Senato. Infatti il Sì attribuisce il premio non più alla coalizione vincente ma solo alla lista che prenderà più voti.
Non é stabilita una soglia minima: se per puro caso le cinque maggiori forze politiche che stanno ora in Parlamento si dividessero quasi alla pari il suffragio elettorale, una lista con poco più del 20% potrebbe ottenere il 55% dei seggi (il fascismo andò al potere superando la bassa soglia del 25% fissata dalla legge Acerbo).

Ma è anche temibile che una lista con il 40% dei voti (questa è la stima attuale per il PdL) possa ottenere da sola la maggioranza assoluta. Così il potere di Berlusconi non avrebbe più limiti perché potrebbe fare a meno dell’apporto della Lega, suo attuale e decisivo alleato, con cui condivide ora il 55% dei seggi. La politica italiana avrebbe un unico padrone, rafforzato dal controllo quasi totale sull’informazione televisiva. Sul fronte opposto, la necessità di convogliare la maggior parte dei voti su una sola lista potrebbe far scomparire anche la minima pluralità all’interno dell’opposizione.

La rappresentanza politica delle opinioni dei cittadini già drasticamente semplificata dal bipolarismo coatto della legge Calderoli sarebbe schiacciata e ridotta alla scelta tra le due sole alternative possibili nel bipartitismo coatto prodotto dal Sì nel referendum Guzzetta.

Ora, se vincesse il Sì, si prospettano due futuri possibili. Il primo: entrambe le coalizioni danno vita ognuna a un solo listone riassuntivo di tutte le loro componenti. In questo modo si vanificano tutte le intenzioni semplificatrici del referendum, perché all’interno dell’unico listone si ritroverebbero tutte le forze politiche della coalizione originaria, e lì si replicherebbe con ogni probabilità la loro rissosità precedente. Il secondo: sui due fronti opposti le liste concorrono ognuna per proprio conto. E allora si verificherebbe il dominio incontrollato di una minoranza dotata degli strapoteri di una larga maggioranza. La democrazia ne uscirebbe sfigurata.

I promotori del referendum sostengono che già con il sistema attuale (premio di maggioranza a una lista o a una coalizione di liste) Berlusconi potrebbe raggiungere lo stesso risultato temuto sulla base del Sì nel referendum. Ma trascurano un punto decisivo: l’autonomia della Lega. Con la legge Calderoli, Berlusconi può sì tentare di prendere da solo il premio di maggioranza ma deve fronteggiare l’immediata ostilità della Lega. E’ difficile immaginare che il PdL faccia cadere il suo stesso governo per tornare al voto con la stessa legge, me se facesse ora questo tentativo la Lega mobiliterebbe tutte le sue forze di alleato vigile per non essere ridotta a mero contorno, fuori dall’eventuale 55% dei seggi acquisito dal solo PdL. Se invece passasse il Sì, a Berlusconi basterebbe battere da solo il PD anche di un solo voto per prendersi la maggioranza assoluta, e la Lega resterebbe come accessorio trascurabile. C’è un ulteriore ipotesi peggiorativa: se la Lega dopo il voto volesse comunque acconsentire a una nuova alleanza con il PdL, si potrebbe rischiare che insieme raggiungano la percentuale per cambiare la Costituzione senza dover passare, come nel 2006, attraverso il referendum confermativo. In questo caso la maggioranza potrebbe anche cambiare la Corte Costituzionale e asservire a sé stessa tutto il sistema politico: fine della democrazia, fine della Repubblica.

I promotori del referendum sostengono che la vittoria del Sì permetterà la scrittura di una nuova migliore legge elettorale. Non è vero. La legge uscita dalla modifica referendaria sarà immediatamente applicabile e non è credibile che Berlusconi rinunci al vantaggio di poter governare da solo con il 55% dei seggi.

I promotori del referendum rivendicano di perseguire l’unica via possibile per costringere il centrosinistra a stare unito sotto una direzione politica unica. Sostengono che l’esperienza precedente del centrosinistra è stata disastrosa e che solo col bipartitismo coatto il centrosinistra può sperare di battere Berlusconi.

E’ vero che il centrosinistra ha fatto di tutto per perdere e anche quando, con estrema fatica, ha vinto ha poi affossato i governi usciti dalla difficile vittoria elettorale. Ma sperare di riunire in un partito unico forze che non sono riuscite a stare insieme in una coalizione è prospettiva realistica? E sarebbe ancora più realistica la fantasia di una riscossa vittoriosa animata dal solo PD? E in nome di questo miraggio vale la pena di rischiare di consegnare il paese e la Costituzione a un padrone unico senza limiti e senza controllo?

Una cosa è certa: nelle condizioni attuali il Sì consegna l’Italia a un soggetto che in qualsiasi altro paese democratico non avrebbe mai nemmeno potuto accedere al Parlamento.

venerdì 12 giugno 2009

Bavaglio di Stato



23 febbraio 2009
- Roberto Scarpinato, procuratore aggiunto presso la Procura antimafia di Palermo, parla della imminente riforma delle intercettazioni



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11 Giugno 2009

da voglioscendere.ilcannocchiale.it
di Peter Gomez


Criminali in parlamento

I piduisti amici del boss mafioso Vittorio Mangano e di altri noti criminali ce l'hanno fatta. Tra ieri e oggi, nel silenzio complice di buona parte della stampa italiana, è stata abolita la libertà di parola. D'ora in poi, salvo ripensamenti del Senato, sarà impossibile raccontare sulla base di atti giudiziari i fatti e i misfatti delle classi dirigenti. Chi lo farà rischierà di finire in prigione da 6 mesi a tre anni, di essere sospeso dall'ordine dei giornalisti e, soprattutto, dal suo giornale, visto che gli editori andranno incontro a multe salatissime, fino a un massimo di 465.000 euro.

Il plurimputato e pluriprescritto Silvio Berlusconi per raggiungere il risultato è stato costretto a ricorrere al voto di fiducia. Le nuove norme contenute nel disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche sono infatti talmente indecenti da risultare indigeste persino a un pezzo importante della sua maggioranza.

Da una parte, s'interviene sul diritto-dovere d'informare con disposizioni grossolane e illiberali stabilendo, per esempio, che le lettere di rettifica vadano pubblicate integralmente (anche dai blog) senza possibilità di replica. Insomma, se un domani Tizio scriverà a un giornale per negare di essere stato arrestato, la sua missiva dovrà finire in pagina, in ogni caso e senza commenti, pur se inviata dal carcere di San Vittore. Dall'altra, per la gioia di delinquenti di ogni risma e colore, si rendono di fatto impossibili le intercettazioni. Gli ascolti saranno infatti autorizzati, con una procedura farraginosa e lentissima, solo in presenza di «evidenti indizi di colpevolezza». Cioè quando ormai si è sicuri che l'intercettato è colpevole. E in ogni caso non potranno durare più di due mesi. Inoltre le microspie potranno essere piazzate solo nei luoghi in cui si è certi che vengano commessi dei reati: detto in altre parole, è finita l'epoca in cui le cimici nascoste nelle auto e nei salotti dei mafiosi ci raccontavano i rapporti tra Cosa Nostra e la politica.

Che Berlusconi e un parlamento formato da nominati e non da eletti dal popolo, in cui sono presenti 19 pregiudicati e una novantina tra indagati e miracolati dalla prescrizione e dall'amnistia, approvi sia pure tra qualche mal di pancia leggi del genere non sorprende. A sorprendere sono invece le reazioni (fin qui pressoché assenti) di quasi tutti i direttori dei quotidiani e dei comitati di redazione dei telegiornali (dai direttori dei tg, infatti, non ci si può aspettare più nulla). Quello che sta accadendo in parlamento dovrebbe essere la prima notizia del giorno. E invece a tenere banco è la visita di Gheddafi e le polemiche intorno alla sua figura di dittatore. Così a furia di parlare di Libia nessuno si accorge di come il vero suk sia ormai qui, a Roma, tra Montecitorio, Palazzo Madama e Palazzo Chigi. E di come, tra poco, nessuno potrà più raccontarlo.

giovedì 11 giugno 2009

Beppe Grillo alla Commissione Affari Costituzionali, Senato



da www.beppegrillo.it
10 giugno 2009

Oggi alle ore 14.30 sono stato ricevuto dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato per discutere della proposta di legge di iniziativa popolare "Parlamento Pulito" che giace al Senato da 18 mesi.

Il testo del mio intervento:
"Quasi due anni dopo la raccolta delle firme per la legge di iniziativa popolare Parlamento Pulito ho l'onore di essere ricevuto e ascoltato come primo firmatario della proposta di legge. Due anni per parlare alla Commissione Affari Costituzionali. Una Commissione che valuterà le tre richieste: nessun condannato in Parlamento, limite di due legislature per ogni parlamentare, elezione nominale del candidato. Due anni di attesa per una legge firmata da 350.000 persone. E' uno scandalo che 350.000 cittadini italiani non siano stati neppure considerati per due anni. E' uno scandalo che in Parlamento siano presenti 20 condannati in via definitiva e prescritti come Berlusconi, D'Alema, Andreotti. E' uno schifo che 70 tra i nostri rappresentanti siano condannati in primo e secondo grado o indagati. Cuffaro e Dell'Utri sono senatori per meriti giudiziari, condannati in primo grado per relazioni mafiose. Questa Commissione, questo Parlamento, non hanno nulla a che fare con la democrazia. sei persone hanno deciso i nomi di chi doveva diventare deputato e senatore. Hanno scelto 993 amici, avvocati e scusate il termine, qualche zoccola, e li hanno eletti. Li hanno eletti loro, non i cittadini che non hanno potuto scegliere il loro rappresentante. Cari membri della Commissione, siete illegali, incostituzionali, anti democratici, Per rispetto a voi stessi e agli italiani dovreste dimettervi al più presto. Luigi De Magistris e Sonia Alfano sono due italiani per bene eletti da tanti cittadini per bene. Dovreste cominnciare a preoccuparvi di questi cittadini. De Magistris ha avuto 450.000 voti, il secondo in Italia, Alfano 165.000 voti, la prima donna in Italia. Chi si è recato alle urne ha potuto sceglierli. Perchè questo non deve essere possibile anche per il Parlamento italiano? I partiti hanno occupato la democrazia, è tempo che tolgano il disturbo. La politica non è un mestiere. Due legislature sono dieci anni. Un lungo periodo, più che sufficiente per servire il Paese, lo fu per De gasperi, poi si ritorna alla propria professione. Voi che mi ascoltate sapete molto bene che molti deputati e senatori hanno il doppio stipendio come Mavalà Ghedini che prende i soldi da deputato e da avvocato dello psiconano. I parlamentari percepiscono un lauto stipendio pagato con le nostre tasse per lavorare per noi in Parlamento, non per lavorare in nero.
Oggi, mentre sono qui per chiedere la semplice attuazione della democrazia e il rispetto della Costituzione, oggi viene approvata in Parlamento una legge che limita le inttercetttazioni e mette il bavaglio all'informazione. Io farò disubbidienza civile. Il primo pensiero dello psiconano non è il Paese, ma sempre e solo non farsi beccare. Avete approvato il Lodo Alfano per evitare che Berlusconi finisse in galera e adesso volete limitare il diritto del cittadino di essere informato.
La marea sta montando, lo psiconano può fare comizi ormai solo nelle piazze chiuse, in cui fa entrare, come a Firenze, come a Prato, solo la sua claque. Lo difendono la sua scorta e gli avvocati. Gli sono rimastti solo quelli insieme a uno stuolo di giornalisti definiti "servi" dalla stampa estera. Gli italiani non stanno più con lui e tanto meno con chi gli ha permesso come Violante e Fassino per quindici anni di superare ogni conflitto di interessi.
Lì fuori c'è qualche milione di persone che vuole restaurare la democrazia. Non vi chede di dargli ascolto. Ve lo ordina. Vi ordina, perchè voi siete loro dipendenti, di portare la proposta di legge Parlamento Pulito al più presto in Senato e di farla discutere pubblicamente. In modo che ogni italiano tragga le sue conclusioni e sappia chi è contro la democrazia e chi no. E' una delle ultime occasioni che avete per salvarvi almeno la faccia. Io ho fiducia negli italiani. Sapranno cacciare, spero con metodi democratici, chi oggi occupa abusivamente le istituzioni e ci rende lo zimbello del mondo. Il tempo e gli eventi stanno precipitando. La disoccupazione è diventate un'epidemia. Mentre voi incassate il vostro stipendio per girarvi dall'altra parte operai e imprenditori si suicidano. Persino il Gran Consiglio seppe cacciare Mussolini per istinto di sopravvivenza. Ascoltate la voce del Paese finchè siete ancora in tempo."

mercoledì 10 giugno 2009

Europa, istruzioni per l’uso

da voglioscendere.ilcannocchiale.it
9 Giugno 2009
di Marco Travaglio



Non è vero che la campagna elettorale sia stata brutta, o inutile. S’è parlato poco di Europa. Ma in compenso s’è parlato molto di Berlusconi e della sua indegnità a rappresentare l’Italia. Si è toccato con mano ancora una volta il suo disprezzo per le regole. Si è constatata la geometrica potenza del suo conflitto d’interessi, che gli ha consentito di scorrazzare per tutte le tv, senza una domanda, come se fossero casa sua (e in effetti, come gli ha ricordato la direttora di Rai Parlamento, Giuliana Del Bufalo, lo sono). Ora che il plotone di europarlamentari appena eletti sta per partire alla volta di Bruxelles e Strasburgo, ci permettiamo un auspicio per quelli dei partiti di opposizione: andate al Parlamento europeo e occupatevi soprattutto di lui, di Silvio Berlusconi. Denunciate le vergogne che quotidianamente perpetra in Italia, tenete alta l’attenzione delle istituzioni comunitarie sull’incredibile “caso Italia”, sollecitatele a prendere posizione e a occuparsi di noi senza tregua. Chiedete l’apertura di procedure di infrazione per lo scandalo del monopolio televisivo berlusconiano, che viola tutte le regole europee sulla libera concorrenza (vedi sentenza della Corte di Lussemburgo sullo scandalo Rete4-Europa7).

Chi vi ha eletti l’ha fatto per questo, non per altro. Il clima internazionale è favorevole: la stampa estera ci tiene gli occhi addosso e ha cominciato a fare al nostro satrapo le domande che la stampa italiana, salvo rarissime eccezioni, non può o non vuole fare. L’indulgenza diplomatica che ha circondato il sultano italiota in questi anni s’è improvvisamente interrotta, col venir meno delle sue tradizionali sponde. La coppia Bush-Blair è un lontano ricordo. L’avvento di Obama ha fatto la differenza: il nostro è l’unico premier occidentale che non è stato ancora ricevuto dal nuovo presidente Usa, il famoso “abbronzato” (anche dell’invito alla Casa Bianca per metà giugno, millantato in campagna elettorale, non s’è più saputo nulla).

Al ducetto restano l’amico Putin e l’amico Gheddafi (che tra breve pianterà la sua tenda in un parco di Roma): due sinceri democratici. L’isolamento internazionale del pover’ometto non è mai stato così ampio e l’atteggiamento delle tv e dei giornali di tutto il mondo libero, da quelli di sinistra a quelli di destra, ne è un riflesso. Non è il “complotto” mondiale di cui vaneggia lui, ma è certo il sintomo di una crescente insofferenza per un personaggio imbarazzante agli occhi degli altri leader (e non solo per il ceco Topolanek, fotografato nudo a casa Berlusconi in circostanze ancora tutte da chiarire). Sarebbe ben triste se la stampa e le diplomazie internazionali scavalcassero in intransigenza le opposizioni italiane, se l’antiberlusconismo sfoderato dal Pd in campagna elettorale si tramutasse, chiuse le urne, nell’eterno ritorno al dialogo, cioè all’inciucio. Gli elettori, quelli rimasti, non lo dimenticherebbero.

martedì 9 giugno 2009

Mostro di Firenze, insoluto il giallo sulla morte di Francesco Narducci

da www.arezzoweb.it

PERUGIA - Il gip di Perugia ha archiviato l'inchiesta per omicidio sulla morte di Francesco Narducci, il medico perugino sparito l'8 ottobre 1985 durante un giro in barca sul Trasimeno e il cui cadavere venne trovato cinque giorni dopo. Lo riporta oggi ''la Nazione''.

Nell'indagine erano coinvolti il giornalista Mario Spezi, l'ex farmacista di San Casciano Francesco Calamandrei, accusato di essere il mandante di alcuni dei delitti del mostro di Firenze, e due pregiudicati.

Fu parte del contenuto di una telefonata messa a disposizione degli inquirenti da una donna di Foligno a spingere il pubblico ministero di Perugia, Giuliano Mignini, a riaprire, nel 2001, l'inchiesta sulla morte di Narducci, un mistero che resta irrisolto e che alcune ipotesi investigative hanno messo in relazione al caso del 'mostro di Firenze'.

Narducci era sparito durante un giro in barca sul lago Trasimeno l'8 ottobre 1985. Il suo corpo venne ritrovato il 13 ottobre, ma sul cadavere non venne disposta l'autopsia e la morte fu archiviata come annegamento. Nel 2001, però, a 16 anni dalla scomparsa del medico, l'inchiesta sulla sua morte venne riaperta a seguito di una intercettazione telefonica tra alcuni usurai e una loro vittima. La minaccia, contenuta nella telefonata, parlava della ''fine del medico perugino morto al Lago Trasimeno'' e convinse il pm Mignini e l'ex capo della Squadra mobile di Firenze, Michele Giuttari, a ricominciare le indagini a 16 anni dalla scomparsa del gastroenterologo.

La famiglia e i legali di Narducci hanno sempre sostenuto la tesi della disgrazia o al massimo del suicidio. Secondo gli investigatori, invece, le cose sarebbero andate diversamente. In base a ricostruzioni e testimonianze, il corpo ripescato nel Trasimeno quella mattina del 13 ottobre non sarebbe stato quello del medico scomparso.

Qualcuno poi avrebbe coperto la vicenda del ''doppio cadavere'' facendo in modo che il vero corpo di Francesco Narducci fosse inserito nella sua bara durante il tragitto del feretro tra il lago Trasimeno e Perugia.

Secondo le procure di Firenze e di Perugia, Narducci sarebbe venuto a conoscenza dei segreti della setta esoterica che ordinava ai ''compagni di merende'' Pacciani, Vanni e Lotti le uccisioni delle coppiette in Toscana. E questo avrebbe decretato la sua condanna a morte.

sabato 6 giugno 2009

Yann Arthus-Bertrand: Home

5 giugno: in occasione della giornata mondiale per l'ambiente esce contemporaneamente in 87 paesi HOME, un documentario su ambiente e cambiamenti climatici di Yann Arthus-Bertrand prodotto da Luc Besson.
HOME è un inno alla bellezza del pianeta e alla sua delicata armonia. Attraverso i paesaggi di 54 paesi catturati dall'alto, Yann Arthus-Bertrand ci porta a compiere un viaggio unico attorno al pianeta, per contemplarlo e per capirlo. Ma HOME è più di un documentario con un messaggio. Ogni scatto mozzafiato mostra la Terra come non l'abbiamo mai vista prima. Ogni immagine mostra i tesori della terra che stiamo distruggendo e tutte le meraviglie che possiamo ancora preservare. "Dal cielo, non c'è il bisogno di tante spiegazioni". La nostra visione diventa più immediata, intuitiva ed emotiva. HOME ha un impatto su chi lo vede. Si risveglia in noi la consapevolezza che è necessario cambiare il nostro modo di vedere il mondo.